VILLONGO
1.Chiesa di S. Alessandro in Agros
2.Chiesa di S. Giacomo Apostolo
3.Chiesa di S. Giovanni delle Formiche (parrocchia di Foresto Sparso)
1. CHIESA DI S.ALESSANDRO in AGROS
Fuori dal centro abitato, in posizione dominante, su una leggera altura, si trova la chiesa di Sant’Alessandro in Agros. L’ accesso avviene da una strada in terra battuta, fiancheggiata da cipressi.
La Chiesa primitiva, di proporzioni più ridotte rispetto all’attuale, ha origini antiche, probabilmente risalenti al XII secolo. Fino al XV secolo è stata sicuramente parrocchiale; dopo la costruzione della chiesa della SS. Trinità nel centro del paese, perde il suo ruolo primario, cadendo sempre più in preda all’abbandono, venendo addirittura trasformata in cimitero, lazzaretto e ripostiglio, in base alle esigenze del periodo.
Nonostante i numerosi rimaneggiamenti, è ancora visibile la struttura originaria dell’edificio, con una straordinaria abside romanica. A pianta semicircolare con copertura semiconica; la parete è decorata da un motivo architettonico creato dall’alternanza di semplici lesene in pietra e di una coppia di archetti ciechi in cotto poggianti su di un peduccio centrale; il coronamento si completa con una cornice rettilinea di modesto aggetto. La particolarità dell’abside è che si presenta priva di aperture, rendendola un unicum nella zona. L’edificio si presenta ad aula unica rettangolare terminante con un abside semicircolare e con tetto a capanna, in legno a vista senza decorazioni; all’interno l’aula è scandita in tre campate da archi a sesto acuto poggianti su bassi e tozzi pilastri in pietra. Si accede alla chiesa mediante un semplice portale, sormontato da una lunetta ad arco a tutto tondo e da un rosone, entrambi decorati in cotto e affiancati da due finestre rettangolari. Nel XVI secolo fu costruito il campanile. Al Settecento si fa risalire la creazione di un locale a pianta quadrata, con funzioni di sacrestia, con accesso interno all’aula mediante l’apertura di una porta nella muratura romanica. I restauri eseguiti negli anni 1978 e 1999, hanno portato alla luce numerosi affreschi quattrocenteschi. Dall’ingresso dirigendosi verso l’abside trovano collocazione sui primi pilastri, a destra, un San Pietro Martire e di fronte, a sinistra, una Madonna col Bambino; sui secondi pilastri, a destra, un Sant’Antonio abate, e di fronte, a sinistra, un San Pantaleone; nella zona presbiteriale, sopra l’arco, un’ Annunciazione, e al di sotto, a destra un Sant’Alessandro a cavallo e, a sinistra, una Crocifissione. L’abside si presenta insolitamente privo di decorazioni e semplicemente in muratura a vista.
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2. CHIESA di S.GIACOMO APOSTOLO
In posizione marginale rispetto all’abitato di Villongo, in località Solarolo sorge la piccola chiesa rurale intitolata a San Giacomo Apostolo.
L’edificio, orientato secondo l’asse E-O, con l’area presbiteriale ad oriente e la facciata rivolta verso occidente. Attualmente la chiesa, di modeste proporzioni, presenta un’articolazione planimetrica ad aula unica, che ter...mina in un presbiterio quadrangolare.
Dell’edificio medievale si conservano in elevato i perimetrali dell’aula, mentre non sopravvivono gli alzati dell’abside originaria, demoliti per la costruzione tra XVI – XVII sec. dell’attuale presbiterio. Tra il XVI e il XVII sec. furono realizzati il campanile di tipo a vela, l’ingresso principale in facciata e quello secondario sul lato nord, entrambi con stipiti ed architrave in pietra di Sarnico.
All’interno dell’edificio, fino agli ultimi decenni del secolo scorso le pareti presentavano una decorazione a finta tappezzeria, coperta in anni più recenti da uno strato di intonaco bianco, che ha tuttavia risparmiato alcuni affreschi datati al tardo Quattrocento. Sulla parete di fondo del presbiterio, una nicchia custodisce la statua di San Giacomo Apostolo, recentemente restaurata.
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3. CHIESA di S.GIOVANNI DELLE FORMICHE (parrocchia di Foresto Sparso)
Spiegazione teologica dell'arredo Liturgico della Chiesa di S.Giovanni Anno 2013 Rinnovo del Presbiterio a cura di Annalisa Vigani (Apri PDF 168kB) |
La chiesa di San Giovanni delle Formiche è una chiesa antichissima. Infatti si hanno notizie che la riguardano già nel IX secolo e più precisamente nell'anno 830. E' il primo cenno che si conosca dell'esistenza di chiese nella Valle Calepio.
Verosimilmente, il primo nucleo, che aveva anche funzione difensiva, fu edificato in luogo di un tempietto romano utilizzato dai Romani nel periodo degli svernamenti che gli stessi effettuavano durante le campagne di conquista della Germania.
Gli accampamenti si trovavano nella zona di Roncaglia (Villongo San Filastro) ove sono state a suo tempo rinvenute diverse tombe romane, ora custodite a Calepio.
Nel medioevo era dotata di beneficio a dimostrazione della grande devozione allora esistente in questo luogo. Nel 1260 è citata fra le chiese della diocesi di Bergamo sottoposte a censo. Nel 1360 il suo patrimonio era formato da tre chiericati. Agli inizi del 1400 il beneficio di San Giovanni era goduto da Bartolomeo de Bonino e quando questi rinunciò al suo chiericato, lo stesso, passò ad Antonio Pattini che, a sua volta, il 27 giugno 1466 lo lasciò al padre servito Cristoforo Pattini da Rovato.
Nei 16 anni successivi, i Servi di Maria costruirono una nuova casa mentre a Roncaglia, la cosiddetta "Casa dei frati" fungeva da luogo di sosta e di collegamento tra la sommità e la piana di Villongo – Credaro.
Nel 1470 i padri serviti vennero sul colle di Montecchio. Il 09 marzo 1484 il Papa Innocenzo VIII acconsentì all'unione delle due case (S. Giovanni e Montecchio) con un solo priore. Da quell'anno il piccolo convento e la chiesa di San Giovanni in Inconisio, detta in seguito S.Giovanni delle Formiche, seguì le vicende del monastero di Montecchio. Nel 1614 il fenomeno della moria delle formiche in occasione della commemorazione della decollazione del Santo, già si manifestava. Nel 1635 venne ampliata e sopralzata la chiesa con copertura di assito in luogo delle mattonelle di terracotta con stampato il sole e JHS (simbolo di San Bernardino che predicò in quei luoghi nel 1300 circa). Nel 1644 venne sopralzato il campanile. Nel 1652 venne costruito l'altare dedicato alla decollazione di San Giovanni Battista. Il 22 gennaio 1655 Francesco Dusi de Franzi detto Francino, costituiva un legato al fine di distribuire in pane tre staia di frumento e tre secchie di vino a chi interveniva alla rogazione che si faceva in San Giovanni. Nel 1666 il priore di Montecchio in via a P. Donato Calvi una informazione della chiesa e del Convento di San Giovanni Battista sul Monte Inconisio dicendo fra l'altro: "si celebra la solennità della natività del Santo il 24 giugno: vi è concorso di grandissimo popolo la seconda festa dell'ottava di Pasqua per l'occasione dell'Indulgenza e la terza festa di Natale. Il sito è di bella vista. Del 1670 è la prima campana, della ditta Marini. Nel 1736 viene costruita la sagrestia. Nel 1767, a seguito delle leggi repressive e restrittive emanate dalla Repubblica Veneta il nob. Marco Alessandri acquistò San Giovanni delle Formiche dal governo di Venezia. L'11 dicembre 1772 venne eseguito il rilievo della zona da parte dell'agrimensore (geometra) Giambattista Beretta mentre la relativa pianta venne estesa su pergamena dallo stesso agrimensore il 22 febbraio 1773. Il 17 gennaio 1773 il prevosto Moscheni attesta di essere sempre andato ogni due anni con le rogazioni alla chiesa di San Giovanni. Il 23 novembre 1775 il parroco di Villongo San Filastro, Giuseppe Cornaro, convenne, dopo l'approvazione del Vescovo Marco Molino, che le anime dei contadini dipendenti dal soprascritto Monastero, andassero, quale regalo spirituale e parrocchiale alla chiesa parrocchiale di Foresto Sparso e ai suoi rettori pro tempore (parroci).
Nel 1831 il S. Achille Alessandri, a titolo di concessione temporanea, concede al parroco di Foresto Sparso l'uso e l'ufficiatura della Chiesa per 15 anni, viene installata la seconda campana della ditta Crespi. Il 06 luglio 1832 la chiesa viene nuovamente benedetta dal parroco di Foresto Sparso per delega del Vescovo che, tra l'altro, dà piena facoltà al parroco di riintraprendere e continuare quelle sane funzioni, come furono per tanti anni interamente praticate e molto più celebrarvi la S. Messa specialmente i primi festivi a comando di molti devoti che hanno sempre avuto in grande venerazione la chiesa medesima." Il 26 febbraio 1853 il proprietario si dichiara disposto ad una nuova concessione ad alcuni patti tra i quali "che il custode pro tempore della chiesa avrà il diritto di fare le questure nelle condizioni già in uso per gli altri questuanti essendo purtroppo conveniente che quello che tutto l'anno ha l'obbligo della custodia, servizio e pulizia della chiesa percepisca anche gli incerti ammessi."
Il 20 marzo 1853 il Parroco rivendica il diritto di erogazione dell'elemosina. Il 22 luglio 1855 il proprietario afferma “che solo a titolo di favore ha concesso l'ufficiatura della chiesa e dà ordine che gli vengano consegnate le chiavi”. Il 04 agosto 1855 il parroco minaccia di far appoggiare i suoi diritti alla curia Vescovile. Il 04 agosto 1855 il proprietario concede le chiavi della chiesa per la ufficiatura delle sole feste in vista delle circostanze attuali. Il 10 aprile 1920 invito della fabbriceria all'incaricato della questura a versare l'importo di una vendita per la parte spettante alla fabbriceria. Il 04 settembre 1928 il parroco Agliardi fa sapere alla curia che il proprietario Ravasio di Sarnico dispone delle elemosine e delle questue e per l'amministrazione passi al parroco. Nel 1929 l'ex monastero viene trasformato in albergo e l'abitazione per i conduttori del fondo: appena più in basso, verso Villongo, viene costruita una nuova stalla con cucina e sovrastante fienile. Negli anni 1930 e 1931 viene ottenuta la facoltà di Rogazione da Aprile ad Ottobre. Il 04 luglio 1939 il proprietario ci tiene a far osservare che tanto la chiesa che l'arredamento sono di sua esclusiva proprietà. Nel dopoguerra la proprietà passa ai signori Quadri di Monza. Negli anni sessanta se ne vanno le famiglie residenti in loco e il tutto rimane in balia dei vandali e dei ladri per una quindicina di anni. Tra il 1974 e il 1979 viene in possesso del signor Pagani Claudio. Nel 1979 e 1980 la chiesa, l'albergo e la stalla vengono in possesso, insieme a porzione di area circostante, degli attuali proprietari. Nel 1980 il geom. Giacomo Vigani e il signor Narciso Vigani promettono al parroco di Foresto Sparso di donare la chiesa alla Parrocchia di San Marco in Foresto. Il 10 agosto 1987 viene stesa e sottoscritta una convenzione tra varie persone dei paesi limitrofi al fine di ridare vita a San Giovanni delle Formiche a seguito dell'iniziativa di un gruppo di volontari coadiuvati da Don Giovanni Finazzi, parroco di Zandobbio, e dopo molte riunioni tra i rappresentanti dei gruppi alpini di Villongo, Foresto Sparso e Selva di Zandobbio, delle parrocchie di Villongo San Filastro, Foresto Sparso e Selva di Zandobbio, dei proprietari (Vigani Giacomo, Vigani Narciso, Algisi Ignazio) e simpatizzanti. Negli anni 1987/1988/1989/1990 vengono eseguiti i lavori di restauro della chiesa. Il 09 agosto 1990 l'Immobiliare San Giovanni delle Formiche dona, come promesso, la chiesa alla parrocchia di San Marco in Foresto Sparso dopo che gli alpini ed i volontari hanno portato a termine i lavori di restauro. Il 26 agosto 1990 la chiesa viene riconsacrata da Mons. Ermenegildo Camozzi. Il 15 marzo 1991 viene stipulata una convenzione urbanistica tra il comune di Villongo e la proprietà dopo un iter durato cinque anni. I fabbricati ricadono tutti in comune di Villongo. Il 24 febbraio 1992 viene costituita l'Associazione “I formighè” avente lo scopo di valorizzare e far conoscere San Giovanni delle Formiche, svolgere attività a scopo di bene e senza lucro. I soci fondatori sono i tre capogruppo degli Alpini e i tre parroci (Belotti Bruno, Freti Livio, Zanga Giuseppe, Finazzi Don Giovanni, Albani Rocchetti don Achille e Tengattini don Romualdo). Il 31 marzo 1992 viene effettuato l'acquisto da parte della suddetta associazione di una porzione di fabbricato adiacente alla chiesa da adibire a sede dell'Associazione stessa.
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