PARATICO
1. Chiesa di Santa Maria Assunta
Posta in posizione dominante, in una zona collinare di Paratico, ultimo paese occidentale della provincia bresciana ma facente parte della diocesi bergamasca.
L’edificio si mostra attualmente nelle vesti conferitegli dagli ultimi restauri di fine Ottocento, ma vanta in realtà antiche origini. Si ipotizza che la chiesa primitiva si sia sviluppata attorno al XII-XIII secolo, quando il territorio di Paratico apparteneva alla diocesi di Brescia. Nel 1276 il papa Gregorio X decretò il passaggio alla diocesi di Bergamo dell’antica parrocchiale, intitolata a San Pietro, e degli edifici ecclesiastici che facevano capo ad essa, tra i quali Santa Maria Assunta.
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Alcuni studiosi propongono per l’edificio origini più remote, essendo attestato nelle fonti del X secolo.
Tra la fine del XI e l’inizio del XII secolo a Paratico è segnalata la presenza di due istituzioni monastiche benedettine: il monastero di San Faustino maggiore di Brescia e quello di San Paolo d’Argon, nel territorio bergamasco. Nel 1125 quest’ultimo cenobio possedeva una capella, della quale non è sconosciuta la dedicazione, ma che potrebbe essere proprio Santa Maria; la chiesa costituirebbe il punto iniziale di una progressiva penetrazione nel territorio bresciano da parte del monastero bergamasco che ricevette successivamente una serie di beni da parte dei conti Calepio, rafforzando così la propria presenza patrimoniale e religiosa.
I più antichi elementi architettonici dell’edificio, databili alla fine del XIV secolo, sono due portali a ogiva in pietra arenaria, ora tamponati, posti rispettivamente a sinistra e a destra dell’altar maggiore; si tratta probabilmente degli accessi originari al campanile e alla sacrestia. La scoperta dei portali avvenne in occasione di alcuni lavori che interessarono il presbiterio nel 1974-75479. L’edificio attuale è frutto dell’ampliamento di cui la struttura settecentesca fu oggetto a partire dal 1896, secondo il progetto dell’architetto Virginio Muzio. La chiesa venne allungata verso ovest, e il presbiterio fu ampliato occupando tre delle cinque campate che articolavano la navata della chiesa settecentesca, mentre le altre due furono distrutte per la creazione di un vano più ampio. L’intervento interessò non solo la navata ma anche la zona presbiteriale, dove le pareti laterali furono sistemate e tamponati i vani che ospitavano le precedenti cappelle. Nel 1903 Luigi e Rodolfo Gambini e Giovanni Ferraboschi affrescarono l’edificio; ulteriori interventi comportarono l’avanzamento dell’altar maggiore e lo spostamento degli altari della Madonna del Rosario e del Sacro Cuore nelle cappelle laterali della seconda campata. Nel 1904 la chiesa venne riconsacrata mantenendo l’antica intitolazione. I restauri proseguirono nel corso del Novecento con la rifinitura della facciata solo nel 1960, la sistemazione dell’area presbiteriale nel 1974-75, la realizzazione di un nuovo campanile a partire dal 1978 e il rifacimento del tetto nel 1980; infine, nel 2002, fu posto in opera un nuovo pavimento con riscaldamento sottostante.